martedì 31 gennaio 2012

Lo Yoga è attenzione interiore

"Lo Yoga è attenzione interiore.
Ogni posizione è un’opportunità per mettere in atto swadhyaya, lo studio personale. Chi siamo? Che cosa siamo? In che rapporto siamo con il mondo? La pratica ci permette di divenire più consapevoli del corpo e dei suoi sentimenti, di studiare restrizioni e conquiste, di esplorare e sperimentare.
La tecnica dell’asana, eseguita con precisione negli allineamenti, è uno degli aspetti della pratica. L’altra faccia è quella poetica, in cui il corpo perde la distinzione netta tra sé e lo spazio che lo circonda, ritornando a fondersi nella sua vera natura che è puro silenzio.
Il corpo e le posizioni non s’impongono sullo spazio circostante, ma sono espressioni fluide e dinamiche che avvengono nel tempo e nello spazio.

Le posizioni che pratichiamo nello Yoga non sono soltanto fisiche; sono soprattutto veicoli che conducono, attraverso il respiro, a sottili cambiamenti nei nostri stati di coscienza. Ad esempio, i piegamenti in avanti ci sensibilizzano al sentimento dell’abbandono e del dare. I piegamenti indietro lavorano sull’espansione, sull’apertura.
Per fare questo, è importante imparare a praticare l’asana a partire da un luogo più profondo all’interno di noi, il luogo dal quale la perfezione nasce spontaneamente, quando le giuste condizioni sono presenti. Ognuno dei nostri sensi è una porta d’accesso all’esperienza del cuore."

Andrea Boni (www.andreaboni.it)

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